News Siracusa. «Salutiamo con soddisfazione l’approvazione da parte dell’Assemblea Regionale Siciliana di un emendamento alla legge finanziaria, proposto da Claudio Fava, che prevede un significativo stanziamento in favore del Comune di Siracusa per interventi di sanificazione nel territorio della frazione di Cassibile».
Queste le parole di Simona Cascio, presidente di Arci Siracusa che aggiunge: «vigileremo affinché queste risorse vengano spese in modo corretto ed efficace. E continueremo a batterci perché finalmente cessi lo scempio di questi accampamenti di fortuna degradanti e insalubri, e perché ai lavoratori vengano garantite (dai datori di lavoro) condizioni rispettose dei loro diritti».
Da anni, infatti, l’associazione guidata da Simona Cascio si occupa di denunciare le condizioni di estremo degrado e di sfruttamento in cui si trovano i lavoratori stagionali stranieri che in primavera giungono a Cassibile per la raccolta degli ortaggi.
Anche quest’anno, in piena emergenza Covid-19, Arci Siracusa insieme ai volontari di altre associazioni non hanno fatto mancare supporto legale e sostegno concreto ai 300 lavoratori stranieri che hanno trovato ricovero in un campo ai bordi di via Nazionale a Cassibile.
«In questi mesi – spiega Simona Cascio – anche prima dell’inizio dell’emergenza abbiamo raccolto e fornito loro generi di prima necessità e insieme ai mediatori culturali li abbiamo informati sui loro diritti e sulle misure igienico-sanitarie da adottare a tutela della salute. Nei giorni di pioggia, quando era impossibile stare all’aperto fuori dalle tende, i nostri volontari hanno cucinato e portato cibo al campo. Grazie al servizio d’informazione e orientamento online che abbiamo attivato, diversi cittadini, tra cui alcuni lavoratori stranieri, hanno avuto accesso alle misure di sostegno economico previste per l’emergenza (bonus e buoni spesa)».
«Ci è dispiaciuto constatare che il servizio trasmesso, realizzato dal giornalista siracusano Massimiliano Perna, abbia fornito un quadro parziale della situazione – dice Simona Cascio – Vero è il grave contesto di degrado in cui versa la tendopoli; non corrisponde al vero, invece, che ciò avvenga in un deserto umano e sociale di generale indifferenza. Ci dispiace che nel servizio non sia stato fatto il minimo accenno all’impegno civile di tanti volontari e volontarie che da anni praticano concretamente la solidarietà nei confronti dei lavoratori stranieri, accreditando l’idea che a occuparsi di loro a Cassibile con sincero spirito solidale sia soltanto il parroco di Bosco Minniti, Carlo D’Antoni, il cui impegno noi di sicuro riconosciamo».
«Non siamo però d’accordo con lui quando afferma come nell’ intervista per Propaganda Live – continua Simona Cascio – che l’amministrazione comunale ha approntato alcuni servizi nel campo di Cassibile esclusivamente per tenere gli stranieri lontano dal centro abitato, senza alcun sentimento di vicinanza a quelle persone. Come se portare nella tendopoli acqua e luce e garantire la raccolta dei rifiuti non fossero di per sé azioni importanti e doverose, a prescindere dall’emergenza covid 19».
«Da parte nostra continueremo a batterci, come abbiamo sempre fatto, per restituire dignità ai migranti, anche attraverso la realizzazione in tempi brevi di questa fondamentale struttura di accoglienza – conclude Simona Cascio – Restiamo convinti che usciremo dall’attuale crisi solo se sapremo lavorare tutte e tutti insieme, non da soli. Questo proposito dovrebbe valere ancor di più per chi si muove nel campo della solidarietà e dell’accoglienza».